Cardiofrequenzimetri, i gradi di allenamento associati alle zone di rischio cardiaco

Quando si ha a che fare con il cuore bisogna andarci piano, ma c’è anche chi si spinge oltre nel corso di allenamenti sportivi o esercizi al di sopra delle proprie possibilità. Per tenere d’occhio il muscolo vitale per eccellenza c’è oggi il cardiofrequenzimetro che oltre a monitorare la frequenza del battito cardiaco fornisce anche utili indicazioni e dispensa consigli a chi sa leggere fra le righe per mantenere o ritrovare uno stile di vita salutare. Quando ci si allena, ad esempio, ci si sottopone a diversi livelli di sforzo, che rientrano in tre aree ‘target’ a seconda dell’intensità dell’attività fisica. C’è una fase di pre-allenamento che consiste nel riscaldamento del corpo che si prepara all’esercizio, anche in questa fase il battito può aumentare e lo si può facilmente rilevare direttamente dal polso o, meglio, con l’ausilio di un buon cardiofrequenzimetro.

La fase di riscaldamento, in genere, coincide con una frequenza cardiaca leggermente aumentata, che rimane però nel range fra il 50 e il 60 per cento del suo potenziale massimo. Chi inizia ad allenarsi non dovrebbe superare questa soglia, che si connota per essere sicura e a basso rischio di danni o compromissioni a livello cardiaco. Nel contempo, pur restando in quest’area neutra che non comporta particolari pericoli per chi pratica l’attività fisica si possono raggiungere risultati estetici e salutistici come la perdita di peso attraverso il consumo di calorie e grasso corporeo e il miglioramento della pressione sanguigna, oltre a ridurre il colesterolo e le probabilità di insorgenza di patologie degenerative, a tutto vantaggio della salute e del benessere personale.

Alzando l’asticella degli esercizi e dell’attività fisica a cui si sottopone il corpo si raggiunge un grado superiore, che da una parte vede aumentare i benefici estetici nell’ottica di una forma fisica ritrovata, ma dall’altra comincia a comportare dei rischi per la salute del soggetto.  In caso di soggetti sani, comunque, non ci sono particolari controindicazioni, almeno se ci si limita a esercitare un paio d’ore abbondanti alla settimana di allenamento di intensità controllata. Più a rischio invece la zona ‘brucia grassi’ ai massimi livelli che sforza il cuore dal 60 al 70 per cento del suo potenziale. In questa fascia ci si potrà avvalere dei vantaggi del pre-riscaldamento, associati a un meccanismo che brucia più calorie, con riflessi positivi sulla linea. Si sale al 70, 80 per cento del potenziale massimo in zona cardio, con gli allenamenti più intensivi, ma anche più rischiosi. In tutto questo il cardiofrequenzimetro è un’ottima ‘sentinella’, potete scoprirlo meglio navigando sul portale dedicato www.sceltacardiofrequenzimetro.it.